Gli eremi e le miniere del monte Santa Croce

Quando i romani conquistarono la città umbra di Nequinum, considerando questo nome di cattivo presagio in quanto vicino al verbo “nequire” = “non essere in grado”, la ribattezzarono Narnia. Il poeta Marziale ricorda la sua posizione arroccata sopra le gole del fiume Nera, il cui nome, con una singolare antitesi rispetto al significato apparente, nella lingua dei Sabini voleva dire “fiume del colore dello zolfo”, cioè bianco.

Narnia, circondata da un bianco fiume dai gorghi sulfurei, accessibile a fatica tra una doppia catena di monti […] che tu possa sempre usufruire del tuo ponte.
Marziale VII, 93

Le fonti raccontano che all’inizio del V sec. d.C. un gruppo di aruspici etruschi, ultimi rappresentanti della loro istituzione, difesero la città dai barbari di Alarico invocando la comparsa di un muro di fulmini. Probabilmente fu proprio questa aura di mistero che aleggia attorno alla città che spinse Clive Staples Lewis a intitolare la sua raccolta di racconti per ragazzi “Le cronache di Narnia” anche se, sembrerebbe che lo scrittore inglese non vi abbia mai messo piede.
Il percorso si svolge tra le pareti di roccia del monte santa croce poste di fronte alla città sulla riva opposta del fiume. Quì la natura ha tenacemente avvolto le tracce lasciate dall’uomo nel corso dei secoli: la dismessa ferrovia Terni – Orte con le sue gallerie, i romitori medioevali di S. Jaco e S. Giovanni nascosti tra le rocce, le antiche miniere di ferro utilizzate sin dall’epoca romana.

scarica il catalogo completo delle escursioni